Quattro anni fa scrivevo un post (chi l'avesse perso lo trova qui), per certi versi, liberatorio. Ricordo ancora la leggera ansia nell'esternare quei sentimenti misto alla grande gioia per averlo fatto. Soprattutto perché quello scritto aveva aiutato me ma anche, forse, alcune di voi, in dubbio, in difficoltà, in preda ai sensi di colpa. Alla base del discorso c'era un punto cruciale, indipendente dalla scelta della mamma di allattare o meno: essere serene. Che resta a mio modo di vedere il punto di partenza. La serenità della mamma è fondamentale per il resto della famiglia. Lo scrivevo quattro anni fa, lo sottolineo ancora oggi.
Perché scrivo questo? Perché sono passata da maggior azionista del latte in polvere ad allattante (non penso si possa dire ma mi piaceva). ?Com'é che una al quarto figlio decida di allattare?
La risposta più semplice, nonché la più vera, è che me la sono sentita.
Così, come uno si sente di lanciarsi col paracadute o di sposarsi o di andare in vacanza ai tropici da solo, io mi sono sentita pronta. Un piccolo punto interrogativo si era posto nella mia testa dicendomi che forse potevo provare. Ricordo ancora le parole della levatrice durante il corso pre parto con Leo, che sono le stesse che ha usato quando l'ho chiamata al quinto-sesto mese di gravidanza con Edo "se vuoi allattare devi metterci impegno e perorare la causa, almeno all'inizio".
Penso che mai parole furono più sagge.
Allattare è quanto di più naturale esista al mondo, è l'indole umana, la base dell'essere mammiferi. ?Il che non vuol dire che sia facile.
Naturale infatti non è il sinonimo di facile.
Per niente.
Ho scoperto sulla mia pelle che l'allattamento è un percorso a due, una sorta di lavoro di squadra fatto da mamma e bambino. Uno dei due può non essere pronto alla gara, a volte è la mamma, a volte il bambino. E questo può causare un senso di fallimento (passatemi il termine) nella mamma. Può essere perché fa male, perché il bimbo non si attacca bene, perché non prende peso, perché non c'é abbastanza latte, perché fa male, perché è stancante, perché non si è pronte, perché, perché perché. Ci sono mille motivi per cui questo percorso può essere in salita ed è facile abbandonare la corsa. Ma ci sono anche tante, tantissime soddisfazioni dietro l'angolo.
E qui torno al punto iniziale: bisogna crederci. Tanto. Ma non solo. Bisogna avere qualcuno al proprio fianco, oltre alla famiglia, alle amiche o altro. Ci vuole una persona di riferimento che vi sappia aiutare nei momenti in cui vi sembra troppo. Entra quindi in gioco una delle figure più importanti che è la levatrice. Non sarò mai grata a sufficienza a Charlotte per quello che ha fatto per me in questo mese. Sempre disponibile, sempre presente, sempre di aiuto e mai giudicante. Sempre propositiva e positiva. La conosco da prima che nascesse Leo e ho sempre apprezzato il suo modo di fare, ma ha superato ogni mia aspettativa in questo ultimo periodo.
Già perché avere qualcuno che crede in te, tifa per te e ti supporta è fondamentale. Qualcuno che ci sia sempre, che ti sappia rincuorare e rassicurare. Qualcuno che ti motivi senza mai spingere, dandoti e lasciandoti il tempo giusto. Che festeggi con te i risultati positivi e ti sproni a non buttarti giù su quelli negativi. Che ti faccia passare il senso di colpa nel momento esatto in cui si insinua in te, facendoti sentire un fallimento, ripetendo come un mantra che il percorso è a due e non per forza sei tu quella che si sta impegnando meno ;-))
Trovate una persona che sappia essere il vostro supporto, con la quale potete essere libere di aprirvi, che sappia rassicurarvi e rincuorarvi. Qualcuno che si prenda il tempo per spiegarvi ed ascoltarvi.
Detto questo, a un mese di allattamento posso dirvi che sono felicissima di aver provato questa esperienza. Mi spiace non aver allattato gli altri? No. Non ero pronta. Non me la sentivo.
Ad oggi ho una consapevolezza diversa e malgrado sembri una follia decidere di allattare al quarto figlio, per me, sapendo esattamente come funziona l?arrivo di un bebè, è stato un punto a favore. Soprattutto perché non avevo nessuna pressione, se funzionava bene, se non funzionava bene uguale. Mantenendo al centro la serenità mia, del bebè e di tutta la famiglia.
Il mio consiglio (non richiesto) è quello di seguire il vostro cuore, di tener duro se vi sembra ragionevole farlo e di chiedere aiuto quando l?avete bisogno. Di non mettere della asticelle troppo alte e di pensare al vostro bene e a quello della vostra famiglia.
Inoltre, ricordatevi che l?allattamento è un piccolo tassello nella vita di un bambino e, come dicevo 4 anni fa, a 30 anni gli interesserà poco se avete allattato o meno. Sarà molto più importante quello che avrete costruito con lui, passo per passo, mano nella mano, in tutti gli anni vissuti assieme.
AGGIUNTE PERSONALI CHE NON VOLETE PER FORZA LEGGERE
Allattare, soprattutto all?inizio fa male. Una levatrice in ospedale mi aveva detto ?conta fino a 10 e passa?. Forse aggiungere un 10-20 numeri in più o conterei molto ma molto più piano, ma fondamentalmente è vero. Passate le stilettate iniziali va molto ma molto meglio
Le ragadi sono fetenti, aggiungono un serio coefficiente difficoltà. Insistete con la levatrice dal minuto zero sulla posizione del bambino, fatevi aiutare, spostatelo, correggetelo. Meglio si attacca, meno soffrite. Per prepararsi all?allattamento consigliano di passare una bustina di te nero sui capezzoli tutti i giorni un mese prima del parto - cosa ovviamente non fatta dalla sottoscritta ha ha ha. Altrimenti la lanolina aiuta così come il latte stesso (o il colostro inizialmente). A me ha aiutato molto una crema della Weleda alla salvia che mi ha consigliato la levatrice. ?Ultima spiaggia? ci sono i paracapezzoli ma non avendoli utilizzati non posso espormi in merito.
Montata lattea: la vera tragedia. Almeno, personalmente. Al posto del seno mi sono trovata due meloni. Meloni, che dico, due angurie. Che dico? Due mongolfiere! Infuocate. E di marmo. Non riuscivo nemmeno più a tenere le braccia vicino al corpo. Insomma, quello + il bambino che si attacca + le ragadi è l?equazione della vita che non pensi di riuscire a risolvere. Mai. Invece passa. Soprattutto se la tua levatrice viene in soccorso con delle belle bende di Neodecongestin. Puzzi da morire ma stai subito meglio. Oltre a cercare di svuotare quanto più possibile il seno.
Lo so, è una pessima notizia. La buona è che dura poco.
Sudore notturno. Ora, nessuno te ne parla, ma è forse una delle rotture peggiori. Grazie ormoni! Praticamente ogni notte mi sveglio in un lago che nemmeno se mi avessero buttata in piscina. Vestita. Dicono vada migliorando. Per ora non vedo segni di miglioramento. Confido nel futuro.
Appena senti un bambino piangere il tuo corpo si mette in allarme e inizia a produrre. Natura: sei fantastica. Peccato che possa anche non essere tuo figlio a piangere.
Zampillamenti vari. Già, perché se attacchi il bambino a destra la tetta di sinistra, gelosa di essere la seconda scelta, te la farà pagare. Sempre siano lodati gli assorbi capezzoli. Lo stesso vale quando tuo figlio decide di dormire un po? di più, certi scherzi il corpo non li vuole proprio vedere.
Mai stata bacchettona o la regina delle pudiche ma devo dire che questa vita tette all?aria non me l?aspettavo così all?aria ha ha e non parlo nemmeno di ristoranti o luoghi pubblici. È a casa che si vive lo spettacolo migliore. Vamos!
Mungitura. Passatemi il termine, suvvia. Ad un certo punto, dato che Edo dopo aver preso peso ha iniziato a perderne, perderne e perderne ancora (mi rifaccio al lavoro di squadra, lui si è seduto in panchina pensando di aver dato quel che doveva dare - tocca l?altro membro impegnarsi il doppio) mi è stato consigliato di tirare il latte per stimolare la produzione. Da un lato si perde totalmente la poesia, dall?altro si sa esattamente quanto ha mangiato l?infante e per le maniache del controllo non è per niente male. Senza contare che così facendo ci si può concedere una mini libertà e permettere a papà e fratellini di prender parte a un momento così intimo nella vita di un neonato.
Scatti di crescita e dentini = la scusa migliore quando tuo figlio inizia ad essere davvero rognoso. "Saranno i dentini". Anche a 5 anni, tranquilli. Funziona sempre. Lo stesso vale per lo scatto di crescita, periodo in cui il tuo adorabile neonato diventa un adorabile rompicogl... Non si può dire, scusate. Ad ogni modo, piange, piagnucola, strilla, ha fame, tanta tanta tanta tanta (si è capito? Tanta!!!) fame. Con il biberon questa cosa viene abbastanza gestita, una bella razione extra di latte che li stordisca per bene e ciao. Ecco, con l'allattamento la situazione è un po' diversa perché la continua richiesta del bambino viene recepita dal corpo come una necessità di incrementare la produzione di latte. Sarebbe quindi controproducente dare ciucci o aggiunte, consigliano di assecondare il desiderio del bambino. La notizia confortante è che dura da 1 a 5 giorni, quella sconfortante è che saranno i più lunghi della vostra vita.
Latte artificiale.
Ci tengo a mettere questo punto perché per chi non è completamente sicuro è una via di fuga mentale non indifferente. Se necessario si può dare. Non sarà un biberon (sempre che il bimbo lo accetti) a distruggere il progetto allattamento o a rendervi più o meno brave. Sapere che se siete stremate, se il seno è vuoto, se avete bisogno di un attimo, se se se? potete ripiegare sul latte artificiale, anche solo per una volta, può aiutare. Poi non lo si usa, magari, ma sapere di avere una possibilità a me ha aiutato molto. Così come, a volte, è necessario per completare le poppate. Ricordatevi comunque che prima o dopo il vostro seno va svuotato ;-)
Partecipa alla community