Le voglie

Le voglie

Primi

Descrivere le voglie é un po' come quando a 15 anni cerchi di capire se ami o meno una persona.

Te ne parlano, pensi di esserci arrivato ma non ne sei sicura.
Per questo motivo nutro seri dubbi sul fatto che le mie siano delle voglie da gravidanza o semplici fami ataviche già presenti in passato.
Che diciamocelo, non é che io qualche mese/anno fa non avessi voglia di prosciutto cotto alle 10 di mattina o di hamburger alle 3 di pomeriggio. Insomma, mica cucino dalla mattina alla sera perché odio mangiare no?
Però queste, devo pur dirlo, sono diverse.
Ad esempio.
Tu immagina che sei al telefono con qualcuno e ti sta raccontando che ha appena mangiato dei ravioli.
SBAM!
Nel tuo cervello si crea subito una connessione con lo stomaco che apre una voragine nello stomaco che richiama disperatamente la ricezione di ravioli (e mentre scrivo sbavo manco fossi Zac, sappiatelo).
Un attimo dopo vedi una signora con un gelato in mano e SBAM! ti prende quella voglia di gelato pazzesca.
Ma non sono sempre così, a volte non sono indotte da visioni esterne ma create di sana pianta da te stessa.
Ad esempio.
Nel mezzo della mattina, mentre sei in giro potrebbe prenderti una voglia terribile di porchetta.
Ora, non ho mai mangiato la porchetta ai miei giorni e vi assicuro che ho passato mezz'ora buona in giro per cercarne un etto da sbranare. Lo stesso vale per quella volta che mi é presa la matta sugli spätzli. Ne ho fatti così tanti che per una settimana li ho mangiati ininterrottamente.
No, non credere, non mi é passata. Li mangerei anche a pranzo (.. anzi, ora che ci penso!).
Ma che fossero solo queste. 
Improvvisamente non pensavo di poter sopravvivere senza le caramelle gommose, ne avrò divorati non so quanti pacchi per poi, di punto in bianco, dire basta.
Sono passata alle mele secche, che diciamolo, 'na tristezza.
E il piccante? OMG come direbbero gli inglesi o gli americani. Datemi del piccante. Ovunque. Anche sul gelato. Ho detto gelato? Che delizia soprattutto quello alle castagne. Mhhhhh castagne? I vermicelles, vi prego, un monte bianco ORA! Neve? Sci? Salsiccia e patatine fritte!! Siiiiiiii.
No, non sto impazzendo.
Questo é quello che succede costantemente nel mio cervello.
CIBO - CIBO - CIBO.
Ma poi passa, vero?


RISO alla CANTONESE (4 persone)

250g riso a chicco lungo (tipo Basmati)
1-2 cipollotti
3 uova
125g prosciutto cotto a dadini
250g piselli (congelati o freschi)
1 goccio di salsa di soia
qb olio di semi
ev. sale
ev. noci di acagiu
  • Sciacquare il riso prima di cuocerlo in acqua bollente per una decina di minuti. Solitamente preferisco fare questa operazione la sera prima o almeno qualche ora prima così da farlo raffreddare
  • In una ciotola sbattere le tre uova e cuocerle in un wok o una padella antiaderente dove avrete fatto scaldare un goccio di olio di semi. Strapazzarle con una spatola in modo che si formino dei pezzetti. Riservare su un piattino
  • Nello stesso wok far scaldare altro olio di semi e aggiungere il cipollotto tritato (tenendo da parte le rondelle verdi che serviranno per la decorazione), unire il prosciutto cotto e i piselli (se congelati metterli prima in una ciotola sommersi da acqua bollente per un paio di minuti, scolarli). Lasciar rosolare per bene. Aggiungere anche il riso e farlo friggere. Unire le uova e un goccio di soia
  • Servire il riso alla cantonese con le rondelle di cipollotto e (io le adoro malgrado non facciano parte della tradizione) delle noci di acagiù tostate


PS: Inutile dirlo che questa era una voglia vero?


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