Si, viaggiare

Si, viaggiare

Secondi

Amo viaggiare.
Da sempre.
Da che mi ricordo sono sempre stata pronta a preparare la valigia, salutare i miei genitori e partire. Sì, anche da piccola, fosse anche soltanto per andare da una nonna o da una zia.
Uno spirito un po' zingaro, quella voglia di vedere posti nuovi evitando di tornare più volte nello stesso.
La routine non fa per me.
Non so chi me l'abbia insegnato, sempre che si possa insegnare.
Anzi, forse si.
I miei nonni.
Anno 1921 lui, 1925 lei.
Non di primo pelo insomma.
Lui veterinario, lei casalinga.
Lui terrorizzato dagli aerei, lei con la valigia sempre pronta.
3 figli, un lavoro, una casa, una mamma anziana da curare. Ovviamente in casa, non al ricovero.
Poche le possibilità di viaggiare, soprattutto a quell'epoca.
Anzi.
Poche le possibilità di viaggiare in località remote o, a detta di oggi, esotiche.
Poi però.
Raggiungono i 55-60 anni e per una scommessa mio nonno decide che sì, era giunta l'ora.
Si parte.
Credo che il primo volo l'abbia passato attaccato al bracciolo dell'aereo imbottito di bottigliette alcoliche in miniatura (benché nessuno me ne abbia mai data conferma) ma poi ci ha preso gusto.
Cina, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Argentina per citare alcune mete.
Periodi che variavano dalle 3 settimane al mese.
In giro.
No, non immaginatevi due arzilli anziani (che così anziani non erano) con uno zaino in spalla. E nemmeno carte geografiche alla mano e tentativi di studio di un paese.
Nemmeno sapevano l'inglese.
Eppure partivano e giravano, e facevano dei filmati terribili che duravano talmente tanto che a confronto le diapositive del matrimonio della figlia della cugina sembrano una passeggiata.
Portavano magliette e souvenir a noi nipoti, spedivano cartoline con francobolli stravaganti. Mio nonno rubava fiammiferi da ogni hotel che ammassava in un contenitore a casa. Mia nonna set da cucito.
Forse é da lei che ho preso questo mio lato.
Grazie a lei e ai suoi racconti, a quel mondo che ci permetteva di scoprire tramite le loro storie, le vicende, le avventure e anche le sventure. Quella passione per andare e visitare ma anche per tornare a casa.
Perché come si sta bene a casa, da nessun'altra parte.
Purché ci sia una valigia sempre pronta.


POLPETTE di CAVOLFIORE (10ina di polpette)

1 cavolfiore medio
1 uovo
qualche dadino di formaggio a pasta semi-dura
2-3 cucchiai parmigiano
2-3 cucchiai di pangrattato
qb sale e pepe
qb olio d'oliva
  • Pulire il cavolfiore, privarlo del gambo e tritarlo finemente. Cuocerlo a vapore (o in acqua bollente salata) fino a quando risulterà morbido, salarlo
  • Trasferire il cavolfiore ormai cotto in una ciotola e con l'aiuto di una forchetta schiacciarlo per ottenere una purea. Eventualmente frullarlo o passarlo al passa verdure
  • Aggiungere l'uovo, i dadini di formaggio, il parmigiano e il pangrattato fino ad ottenere un composto che resta compatto. Salare e pepare se necessario. Eventualmente aggiungere una punta di curry dolce, uno scalogno tritato o dell'erba cipollina
  • Formare delle polpettine e adagiarle su una placca da forno precedentemente munita di carta forno. Se necessario bagnarsi le mani per fare in modo che l'impasto non vi si incolli e le polpette risultino belle lisce

  • Fare un giro di olio e infornare a 180-200°C per 10-15 minuti. Servire con un'insalata o come aperitivo, magari con una salsina a lato



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